Che tu sia benvenuta donna mia, che tu sia benvenuta! Che tu sia benvenuta donna mia, che tu sia benvenuta! Certo sei stanca come potro' lavarti i piedi non ho acqua di rose ne' catino d'argento. Certo avrai sete non ho una bevanda fresca da offrirti. Certo avrai fame e io non posso apparecchiare una tavola con candido lino. La mia stanza e' povera e prigioniera come il nostro paese. Benvenuta, donna mia, benvenuta! Hai posato il piede nella mia cella e il cemento è divenuto prato. Hai riso e rose sono fiorite tra le sbarre. Hai pianto e delle perle sono rotolate sulle palme delle mie mani. Ricca come il mio cuore cara come la liberta' e' adesso questa prigione. Che tu sia benvenuta, donna mia, che tu sia benvenuta. Nazim Hikmet